Ben & Jerry, i gelatai del rock'n'roll

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NoAhJo
00giovedì 30 agosto 2007 16:29
Diventare miliardari grazie a un gelato ..


Diventare miliardari grazie a un gelato il cui nome omaggia un’icona hippy come Jerry Garcia non è da tutti. Ben Cohen e Jerry Greenfield, due hippy del Vermont con la passione per i Grateful Dead ci sono riusciti. La loro storia parte da lontano, dal 1978, l’anno di apertura della loro prima gelateria a Burlington, nel Vermont. Il Cherry Garcia, un gelato alla ciliegia con grossi pezzi di cioccolato, è stato uno dei primi grandi successi di Ben&Jerry’s, azienda destinata a crescere fino a diventare una seria concorrente dell’Haagen Dazs e a suscitare gli appetiti dell’Unilever, la multinazionale che nel 2000 ha acquisito il pacchetto di controllo della società rendendo Ben & Jerry ancora più ricchi e senza far perdere all’azienda il suo originario spirito free.

"Se non è divertente, perché farlo?". Fedeli a questo motto, Cohen e Greenfield hanno sempre portato una sana dose di follia nel loro lavoro, come quella volta in cui aprirono un consiglio di amministrazione travestiti da fachiri, con Ben intento a demolire una grossa tavola di legno posta sulla pancia di Jerry. O come quando, per protestare contro un tentativo di accordo che avrebbe obbligato diversi negozi a vendere Haagen Dazs e non Ben&Jerry’s, si presentarono da soli a fare un picchetto di fronte alla sede della concorrente. Come se Steve Jobs fosse andato a Seattle a manifestare davanti alla Microsoft. Ma Ben e Jerry, la cui storia è raccontata nell’autobiografia Doppio gusto, (pubblicata in Italia nel 1998 da Baldini&Castoldi) hanno anche una radicata coscienza sociale, come dimostrano le loro molteplici iniziative umanitarie.

L’ultima in ordine di tempo si chiama Bohemian Raspberry, un gelato al lampone il cui nome è chiaramente ispirato al titolo della celeberrima canzone dei Queen. Parte degli introiti derivanti dalla vendita del gelato verranno devoluti al Mercury Phoenix Trust, fondazione intitolata a Freddie Mercury (nella foto) e impegnata nella lotta all'AIDS, la malattia che se lo portò via nel novembre del 1991. Oggetto di tesi di laurea, additati come esempio di capitalismo responsabile e di manager fuori dagli schemi, Ben Cohen e Jerry Greenfield continuano a vivere come vecchi hippy e grazie alle loro notevoli possibilità economiche non si perdono un festival in giro per il mondo. E a uno dei più affollati (di band e di pubblico) hanno anche dedicato uno dei loro gusti: il Glastonberry, fatto di vaniglia, lampone e pezzi di dolce al cioccolato, il cui colore (ma solo quello) ricorda il fango che caratterizza ogni festival che si rispetti.
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